I nuovi Acer Aspire serie 1825 o il Lenovo S10-3t non sono considerabili Tablet PC in quanto privi di stilo. Ma se l'utente ha intenzione di acquistare un paio di accessori, possono diventare interessanti convertibili su cui si può scrivere anche appoggiando il polso sullo schermo.
Come ben sa chi conosce i digitalizzatori, la tecnologia capacitiva presente negli Acer serie 1825 e nel Lenovo S10-3t è in grado di riconoscere esclusivamente input provenienti da oggetti conduttori d'elettricità, come possono essere le dita o particolari pennini quali il Pogo Stylus o il Dagi Stylus. Sapendo questo è facile intuire che una mano, se coperta da un guanto di materiale plastico isolante, non potrà venir riconosciuta dallo schermo e potrà quindi essere appoggiata liberamente su di esso.
Si tratta di una soluzione non ideale in quanto scrivere con i guanti non è cosa comoda, particolarmente nelle stagioni calde; nessun pennino per digitalizzatori capacitivi potrà poi fornire una esperienza di scrittura pari a quella di un digitalizzatore attivo. Personalmente continuerò sempre a consigliare digitalizzatori attivi e a deprecare le aziende produttrici che per risparmiare pochi euro scelgono di produrre prodotti di qualità enormemente inferiore al possibile (un 18xx con digitalizzatore attivo diventerebbe il Tablet PC del mese da subito).
Una soluzione non ideale, quindi, ma se si utilizzano prodotti di forma particolare come questa (NdA: prodotto solo indicativo per la forma; grazie a Giovanni per la segnalazione) i possessori di Acer serie 1825 o di Lenovo S10-3t potrebbero essere in grado di migliorare in modo considerevole la loro esperienza d'uso.
Come ben sa chi conosce i digitalizzatori, la tecnologia capacitiva presente negli Acer serie 1825 e nel Lenovo S10-3t è in grado di riconoscere esclusivamente input provenienti da oggetti conduttori d'elettricità, come possono essere le dita o particolari pennini quali il Pogo Stylus o il Dagi Stylus. Sapendo questo è facile intuire che una mano, se coperta da un guanto di materiale plastico isolante, non potrà venir riconosciuta dallo schermo e potrà quindi essere appoggiata liberamente su di esso.
Si tratta di una soluzione non ideale in quanto scrivere con i guanti non è cosa comoda, particolarmente nelle stagioni calde; nessun pennino per digitalizzatori capacitivi potrà poi fornire una esperienza di scrittura pari a quella di un digitalizzatore attivo. Personalmente continuerò sempre a consigliare digitalizzatori attivi e a deprecare le aziende produttrici che per risparmiare pochi euro scelgono di produrre prodotti di qualità enormemente inferiore al possibile (un 18xx con digitalizzatore attivo diventerebbe il Tablet PC del mese da subito).
Una soluzione non ideale, quindi, ma se si utilizzano prodotti di forma particolare come questa (NdA: prodotto solo indicativo per la forma; grazie a Giovanni per la segnalazione) i possessori di Acer serie 1825 o di Lenovo S10-3t potrebbero essere in grado di migliorare in modo considerevole la loro esperienza d'uso.
hai scritto che le aziende costruttrici risparmierebbero pochi euro ad includere un digitalizzatore attivo wacom....mmm...mi sa che mamma wacom si fa pagare una bella botta per i suoi digitalizzatori.sono i migliori e si pagano!
RispondiEliminaio sono contento che includano altre soluzioni pur di diminuire i prezzi.
certo avere un digitalizzatore attivo sarebbe il massimo per lavorare, ma a che costo per gli utenti finali?
non ho ancora visto tablet con digitalizzatore attivo sotto i 1100 euro. inoltre hanno un hardware simile al 1825ptz, cioè base base. per avere un vero pc utilizzabile come tale, cioè adatto a tutti gli usi si deve andare sull'ultimo hp e spendere più di 2000 euro.
poi, è vero che con un digitalizzatore attivo riesci a prendere bene gli appunti scrivendoci, ma per prendere appunti non vado a spendere quella cifra.
un digitalizzatore attivo va bene per disegnare o scolpire dato che ha anche una sensibilità alla pressione (cosa trall'altro inutile per scriverci)e non per altri scopi.
trovo che questa tecnologia capacitiva sia interessante, soprattutto se, come hai scritto nell'articolo, si riescono a trovare espedienti per poterla utilizzare al meglio (e per questo ti ringrazio [avevo pensato anch'io di scrivere la soluzione del guanto, cosa trall'altro che si può fare solo con i capacitivi, ma poi mi sono dimenticato:-/ ]).
per gli utenti normali basta usare le dita per spostare le immagini, scrollare le pagine ecc.
per quelli più evoluti ci vorrebbe una combinazione di attivo e capacitivo, ma a che costo?
spero arrivi presto il giorno in cui il touch attivo e passivo non sia più un optional/gioco, ma possa essere considerato normalmente come un mouse.
la capacitiva sarebbe ed è interessante, basterebbe renderla un po' più precisa.come la resistiva per intenderci.ora per poter usare una stylus bosogna usare salsicciotti o penne grosse come pali telefonici che non danno proprio la sensazione di dove si va, ad esempio, a trecciare una linea....
RispondiEliminavoi avete qualche soluzione per migliorare la situazione (dagi o pogo a parte)?
volevo dire che si possono usare oltre al smudge guard e ai guanti in gomma (?) anche dei guanti in cotone più idonei per la traspirazione della pelle e più comodi da uare e portare.
RispondiEliminainoltre non si attaccano nemmeno allo schermo:-)rendendo lo scorrimento della mano su di esso più fluida.
li consiglio anche a quelli che usano il digitalizzatore attivo (cintiq docet).
a questi , poi, si possono tagliare le prime tre dita.
ok,3 post di seguito possono bastrare:-))))))))
Io il mio HP tx2 l'ho pagato a suo tempo 750 euro, nemmeno tantissimo. Avrà tutti i problemi del digitalizzatore n-trig, ma rimane pur sempre un digitalizzatore attivo. Io scrivo senza problemi, come su un foglio di carta.
RispondiElimina@ Custode: DI niente :-; Più che altro quando ti ho segnalato di quel guanto particolare, la cosa che mi ha colpito della recensione video fatta da quel tipo è che dice che per scrivere su una superficie come quella di uno schermo è meglio avere un guanto di quel tipo piuttosto che usare la mano. E mi era sembrato si riferisse anche anche schermi sotto i quali si trovato digitalizzatori attivi wacom. Il che mi ha colpito abbastanza come osservazione.
RispondiEliminaAnonimo1: i digitalizzatori Wacom non hanno un prezzo stabile per i produttori, ma questo varia a sconda del numero dell'ordine. Insomma, più ci credi meno paghi. Il prezzo è comunque inferiore ai cento dollari, ovvero molto meno del costo del processore, e come dimostra HP con il tm2, che negli USA viene venduto a partire da 700 euro (o meno in caso di coupon), si possono costruire senza problemi prodotti economici con componenti di qualità (e il tm2 di digitalizzatori ne ha due, mica uno, quindi non usa nemmeno soluzioni base ed economiche). Basta volerlo fare.
RispondiEliminaRiguardo alle penne grosse, non è vero. Esistono anche sottili, è il materiale che conta, non la grandezza.
Per i guanti di cotone, possono sorgere problemi. Se la mano è leggermente sudata, l'umidità diventa conduttore e perdono efficacia.
"Riguardo alle penne grosse, non è vero. Esistono anche sottili, è il materiale che conta, non la grandezza." No, cioè, aspe, intendiamoci su una cosa: ma si sta intendendo la grandezza complessiva della penna capacitiva, la grandezza del "manico" della penna oppure la grandezza della punta della penna? Perchè io penso che il primo anonimo intendesse riferirsi alla punta. Sia nel caso della pogo che della dagi la superficie di penna che deve eessere appoggiata sullo schermo mi sembra un pochino tanta se confrontata alla punta di una biro/penna ad inchiostro tradizionale. Scusa custode ma vuoi dire che ci sono penne con punta sottile come le penne wacom e che invece funzionano su schermi capacitivi?
RispondiEliminaIo mi riferivo alle dimensioni generali, in particolar modo il diametro, che senza problemi arriva ai cinque-sei millimetri, ovvero come una normale penna o matita.
RispondiEliminasi, ma con 5,6 mm non riesci ad essere preciso.
RispondiEliminasidovrebbe trovare un sistema per ridurre le dimensioni della punta...qualche idea?
"Io mi riferivo alle dimensioni generali, in particolar modo il diametro, che senza problemi arriva ai cinque-sei millimetri, ovvero come una normale penna o matita."
RispondiEliminaBeh, certo come dimensioni generali le penne per capacitivi sono "normali" a meno della PUNTA. Effettivamente capisco che il materiale della punta debba condurre l'elettricità del nostro corpo per essere rilevabile, ma non capisco come mai per fare ciò la superficie di contatto non possa essere puntiforme come una penna wacom.
per cercare un materiale conduttivo che potesse essere rilevato dal sensore capacitivo ho provato di tutto (spugnette unide, pezzi di stagnola che però sconsiglio in quanto graffia, viti,graffette arrotolate, ecc...)(ho provato sul touchpad che utilizza la stessa tecnologia) e la cosa più sottile che funziona è la punta di un pennello con setole umide e ancoraggio delle setole stesse in metallo...ma lascia la superficie bagnata....
RispondiEliminaper quanto riguarda la vite funziona la testa, ma non la punta.
in rete go visto che molti usano una soluzione homemade della pogo con una spugnetta elettrostatica usata solitamente per tenere i chip.
mi sa che ci dovremo accontentare dei 5,6 mm...